Domenica 14 ottobre, una giornata magnifica direi mite, quasi estiva più che autunnale, a parte la magnifica tonalità dei colori, assolutamente ideale per una gita in famiglia ai miei adorati piani di Bobbio e un buon pranzo dagli amici del bellissimo rifugio Ratti Cassin.
Però prima di salire con la cabinovia, nell’attesa della ripresa per la pausa del servizio, ero presente al rientro degli uomini affaticati ma soddisfatti, del soccorso alpino, impegnati anche per il povero malcapitato anziano signore.
Desidero scriverlo perché queste ottime persone, “angeli” del bene e dell’altruismo sono eroi umani e silenziosi, sempre al fianco di tutti, 365 giorni all’anno, per proteggere e salvare la vita di chi ama fare sport in montagna e non solo!
La vita del soccorritore è un mestiere difficile, impegnativo e rischioso. Lo so perché ho avuto l’onore di sperimentarlo durante il mio duro servizio militare, nel corpo speciale del soccorso alpino dell’Arma dei Carabinieri sulle mie amate Dolomiti. Anche se è successo molti anni fa, è rimasta per me come una delle esperienze più concrete e complete della mia vita. Che rifarei domani…
Queste persone sono un vero esempio di operosità, professionalità, passione e coraggio e lo dimostrano ogni volta, al manifestarsi di tutte le emergenza nel Paese.
Proprio oggi [ieri, ndr] ricorrono già 2 mesi dalla terribile tragedia di Genova dove l’unica nota positiva, sono stati appunto sempre loro, gli straordinari uomini e donne del soccorso e volontari in generale, null’altro!
Lodarli è appunto un dovere civico, un obbligo per tutti noi cittadini, ricordando anche coloro che hanno perso la vita per una passione non comune ed un encomiabile spirito di servizio.
Grazie care persone, a tutti voi, alle vostre famiglie, per la dimostrazione di virtù di cui questo Paese ha immensamente bisogno!!
Francesco (da Milano)