UNA NUOVA CENTRALINA SUL PIOVERNA? PROTESTA ANCHE LEGAMBIENTE



LECCO – Il Circolo Legambiente “Lario sponda orientale, appresa da Valsassinanews l’ipotesi di un ulteriore impianto idroelettrico sul Pioverna, alla vigilia della Conferenza dei servizi che dovrà pronunciarsi sull’intervento, “si unisce con convinzione all’allarme dei pescatori e chiede che non venga concessa la derivazione”.

Le centrali miniidro “costituiscono un pericolo per l’ecosistema delicato, il paesaggio e le attività tradizionali ancora in vita nelle valli del Lario, senza apportare contributi significativi alla produzione elettrica. Nella sola Lombardia risultano attive 705 centraline sotto i 3000 kw e centinaia sono le richieste attualmente in fase di valutazione. Sul Pioverna sono già presenti numerose captazioni”.

“Sappiamo – aggiunge Legambiente – che recentemente l’ARPA Lombardia ha negato l’accesso agli incentivi all’intervento sul torrente Fraina e a quello sul Greno in Provincia di Como con la motivazione “Coniugando lo stato ecologico “Elevato” e l’impatto generato dall’intervento “Rilevante”, in base all’applicazione della matrice ERA (allegato 1 Direttiva Derivazioni), si ricade in area di “Esclusione”, per cui è ragionevolmente certo l’effetto negativo sulla qualità ambientale del corpo idrico.”.

Ricordiamo che nel 2014 il Consiglio Provinciale di Lecco ha approvato all’unanimità un Ordine del giorno che recepiva le istanze dei Comuni montani della Provincia sul tema impegnandosi a trasmetterlo, per i richiesti interventi legislativi di modifica, miglioramento e di tutela del Territorio, alla Regione Lombardia e al Parlamento. Dietro le pressanti richieste degli operatori di settore, il Governo, nell’estate 2019, ha reinserito nel decreto FER1, gli incentivi per gli impianti idroelettrici mentre è ormai evidente che il proliferare di centraline sottrae importanti quantità di acqua a fumi, torrenti e rii montani, col rischio di scomparsa dei pochi ecosistemi fluviali naturali rimasti. Un grave danno a fronte di un contributo di energia irrisorio, possibile solo grazie agli incentivi pubblici a favore di chi propone e gestisce tali impianti. Per cercare di limitare i danni il Ministero dell’Ambiente ha emesso due Decreti Direttoriali 29/STA e 30//STA riguardanti le valutazioni ambientali e il deflusso ecologico ma il loro stato di attuazione appare frammentario e non omogeneo”.

“Proprio per chiedere al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa – conclude la nota degli ambientalisti – il rispetto della Direttiva Quadro Acque, anche quando si tratta di energia idroelettrica e di far applicare tassativamente quanto previsto dal FER in particolare le tabelle 11 e 13 del Decreto Direttoriale 29, a gennaio 18 associazioni (il Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi – Free Rivers Italia, Legambiente, Alpi Kayak, Arci Pesca Fisa, CIPRA Italia, Centro Italiano Riqualificazione Fluviale CIRF, Federazione Nazionale Canoa Turistica FICT, Federazione Nazionale Pro Natura, Federrafting FIRAFT, Lipu, Mountain Wilderness, Salviamo il Paesaggio, Spinning Club Italia e WWF) hanno promosso la manifestazione “La protesta dei pesci di fiume” che si è svolta anche a Premana”.

RedAmb

 

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