CREMENO, A SCUOLA UN ALBERO PER L’AMBIENTE E LA LEGALITÀ



CREMENO – Un albero per riflettere sull’ambiente e la legalità piantato questa mattina alla scuola secondaria di Cremeno, un dono portato dai Carabinieri Forestali della stazione di Barzio che accompagnerà i giovani in un percorso di crescita nella lotta al cambiamento climatico.

Come tante altre scuole in Italia, anche l’Istituto comprensivo di Cremeno ha accolto di buon grado l’iniziativa “Un albero per il futuro” promossa dai ‘forestali’ e che, con la ricorrenza del 21 novembre Giornata dell’Albero, intende far nascere una dorsale verde in tutto il territorio italiano quale esempio di gestione unitaria di un capitale europeo di biodiversità unico per la sua varietà di habitat.

A Cremeno l’albero messo a dimora è un giovanissimo Carpino bianco, svernerà all’interno della scuola e il 21 marzo, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, troverà posto nel cortile esterno. Si tratta di una pianta ad accrescimento lento, destinata a fare ombra a diverse generazioni di studenti prima che possa raggiungere i suoi 15-20 metri di altezza.

Nelle regioni più calde invece le gemme da piantare provengono dall’Albero del giudice Giovanni Falcone, un Ficus che cresce nei pressi della casa del giudice assassinato nel 1992 e che è diventato simbolo dell’impegno verso lo Stato e la lotta alle mafie. Le gemme sono state riprodotte dal Centro Nazionale Carabinieri per la biodiversità forestale (CNBF), ma non sono adatte al clima dell’Italia settentrionale.

Ad accogliere a scuola l’Appuntato Scelto Pieranna Pambianco e il Carabinieri Dario Lombardi il dirigente scolastico Renato Cazzaniga, la vice Maria Loffreda, il sindaco Pier Luigi Invernizzi e i rappresentanti delle classi di Cremeno con il compito di raccontare e coinvolgere i compagni nella sfida globale. Si è parlato infatti di cambiamento climatico e desertificazione, di risorse in esaurimento e comportamenti per preservarle, ma non solo.

C’è consapevolezza che su questi argomenti sia ormai finito il tempo delle lezioni e delle parole, al contrario, professori e studenti devono confrontarsi alla pari, anzi, proprio i più giovani sono chiamati a proporre idee per affrontare la crisi, anche con piccoli gesti domestici o che possano migliorare la vita dell’Istituto scolastico. “Non accettate che le cosa vadano per forza male” è l’esortazione del dirigente ai ragazzi.

Cesare Canepari

 

 

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