DON GABRIELE COMMENTA LE LETTURE DELLA FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA



Oggi la nostra Chiesa ambrosiana celebra la festa della Sacra Famiglia perché sia modello e grazia anche per le nostre famiglie. Il Vangelo ci presenta un particolare momento della vita della famiglia di Gesù nel quale Giuseppe appare come protagonista e custode. Possiamo immaginare le preoccupazioni, la nostalgia per il proprio paese, le decisioni da prendere che si agitavano nella mente e nel cuore di Giuseppe e di Maria, ed ecco che un angelo appare in sogno a Giuseppe e gli dice cosa avrebbe dovuto fare: un fatto insolito e straordinario.

Giuseppe, al quale capita tutto questo, ci appare come una persona discreta, responsabile e custode della sua famiglia, riflessiva come Maria che anche quando non capiva custodiva tutto nel suo cuore.

Potremmo pensare che sia stato facile per Giuseppe accorgersi dell’intervento dell’angelo perché clamoroso, ma forse non è così: nel Vangelo tanti, anche davanti ai miracoli di Gesù, continuavano a non credere in Lui.

Sono le sue virtù umane e il suo essere seriamente e sinceramente credente che permettono a Giuseppe, e permetterebbero anche a noi, di avvicinarsi con rispetto al mistero di Dio e cogliere il suo agire nella propria vita.

Sono virtù inseparabili fra loro: formano un tutt’uno e un atteggiamento stabile nella persona.

Cammino non facile per Giuseppe, certamente condiviso con Maria: ed è in questa condivisione che normalmente, fra sposi, si manifesta e agisce la grazia di Dio.

E’ possibile questo anche nelle nostre famiglie?

Non vogliamo dimenticare quante divisioni, abbandoni, fuga dalle proprie responsabilità segnano la vita di tante famiglie.

Noi crediamo che Dio non abbandona mai i suoi figli, ma intanto viene a mancare quella unità e condivisione fra gli sposi che è il luogo in cui scaturisce la loro forza, e la forza di tutta la famiglia.

Tante volte abbiamo sentito ripetere da Papa Francesco le tre parole che non dovrebbero mai mancare in una famiglia: permesso (o per favore), grazie, scusa.

A volte si fa fatica a dirle; ma se dette con dignità e rispetto, ne vale la fatica.

Il brano di Paolo agli Efesini ci parla anch’esso dell’amore e del rispetto fra i coniugi e dell’educazione dei figli: noi pensiamo che l’educazione si compie con le parole che diciamo loro, ma più ancora conta l’esempio, visto o nascosto, di come i genitori si rispettano e si vogliono bene.

Oggi la festa della Sacra Famiglia ci è offerta come segno di vicinanza e come esempio da imitare perché anche le nostre famiglie vivano in quel modo come lo riassume il prefazio:

“Nella casa di Nazareth regna l’amore coniugale intenso e casto; rifulge la docile obbedienza del Figlio di Dio alla Vergine Madre e a Giuseppe, l’uomo giusto a lei sposo; e la concordia dei reciproci affetti accompagna la vicenda di giorni operosi e sereni.

Con la grazia di Dio ed il proprio impegno è possibile avvicinarci anche noi a vivere così.


Don Gabriele

Vicario parrocchiale

 

 

 

 

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