PREMANA – L’impresa, nello specifico delle forbici, è tra le “big” del distretto premanese. Anzi, secondo alcuni la numero 1 tra le società – escludendo il Consorzio Premax, che ha già smentito altrove di essere al centro della vicenda dei 123mila utensili da taglio sequestrati giorni fa a Montano Lucino.

Una grossa azienda locale, dunque, con decine di dipendenti e una storia imprenditoriale di tutto rispetto. Come i fatturati (utili un po’ meno, invece, ma comunque positivi).

Valsassinanews la contatta e riesce a parlare con uno dei titolari. Ovviamente, per la normale attività di verifica incrociata sulle informazioni in possesso della nostra redazione e prodotte da diverse fonti.

L’industriale in prima battuta affermato: “Non posso dire niente”.
Di fronte alla domanda di chiarezza: allora sì, siete voi oppure no, non siete voi? La replica è: “Non posso dire niente, – aggiungendo – se qualcuno punta il dito contro di noi porti le prove”.
Dunque insistiamo. Ci dica chiaramente che non siete voi. Risposta: “Non posso dire niente in materia”.

La veloce intervista ha termine con un elemento sportivo: “Mi ha chiamato mio figlio ieri per gli articoli sulla vicenda, ma stavo sciando e non volevo rovinarmi la domenica”.

Il mistero delle forbici cinesi ‘Made in Italy’ (o italiane made in China, fate voi) continua.

Intanto come noto, quale che sia, la ditta premanese oggetto del maxi sequestro alla frontiera comasca è stata segnalata dalle Fiamme Gialle alla Camera di Commercio di Como-Lecco.

RedCro

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