L’OPINIONE: “LA VALLE E UN TURISMO CHE NON DECOLLA. IL CFPA È SOLO L’ULTIMO SEGNALE DI UNA STRATEGIA ASSENTE”



Leggo senza stupore alcuno delle dimissioni del presidente del Cfpa di Casargo ormai passate alla storia recente della locale scuola alberghiera ma anche del sofferente Turismo in Valsassina che fatica a fare passi significativi e qualificanti: ormai da tempo, a torto o a ragione, si rincorrevano sui media locali voci alquanto allarmistiche per quanto riguardava i suoi costi di gestione. Al di là dell’esito delle verifiche in corso da parte della Provincia ma anche delle vere o presunte ingerenze della politichetta locale lamentate dal dimissionario presidente del CdA, a questo punto mi chiedo: ma come, il fiore all’occhiello della formazione professionale alberghiera di casa nostra che per l’appunto dovrebbe formare le nuove leve in favore dello sviluppo turistico valligiano, resta senza il suo mentore e autorevole punto di riferimento nonostante abbia saputo, l’Uomo, tenere la barra dritta negli ultimi anni così problematici anche per questa scuola di montagna dove tutto è più difficile e faticoso? Ai posteri la più o meno ardua sentenza.

Colgo l’occasione per fare una rapida scorsa e ricordare anche ai più distratti le altre problematiche situazioni per così dire “Turistiche” che sono in sofferenza nella nostra un po’ abbandonata Valsassina: scendendo da Casargo verso la Val piana si va sbattere dritti-dritti sulle terme di Tartavalle per le quali, dopo i conosciuti splendori so che anche a livello comunale si sta lavorando e si prospettano soluzioni che certamente porteranno benefici per tutto il territorio. È un patrimonio di tutti e tutti i Valsassinesi sarebbero orgogliosi di vederle rinascere a breve, portando il buon nome della Valle oltre i confini regionali e nazionali.

Poco più in là, che dire dello scempio lungo 50anni che riguarda il degrado di villa De Vecchi a Cortenova che sta mestamente finendo i suoi giorni senza che si sia trovato un accordo che potesse salvarla da una fine così miserevole. A suo tempo, da potenziale attrazione turistica anche dal punto di vista architettonico, poteva diventare la nuova sede della CM Valsassina ma si è invece ridotta ad essere soltanto la decadente e conosciutissima casa dei fantasmi, con ben pochi visitatori.

Dalla Val piana all’Altopiano il passo è breve: diciamolo, qui, non passa giorno che non si venga a conoscenza di notizie poco favorevoli per l’Ambiente e il Verde di quei paesi tradizionalmente considerati fra i più vocati al turismo stagionale ma che ultimamente pare abbiano voluto abdicare a questo ruolo che viene da un passato di successi ancora recenti ma che certamente su queste basi e ad opinione diffusa avranno un futuro perlomeno incerto, visto che le loro scelte sono poco o nulla condivise e non solo da molti residenti. Il successo di una recente raccolta firme sull’argomento è difficilmente smentibile anche dai più convinti sostenitori del “cemento” come unica soluzione possibile, da qui all’eternità.

In questo poco edificante elenco, non può inoltre mancare un riferimento alla ancora incompleta pista ciclopedonale in Centro valle lungo le sponde del torrente Pioverna, che da anni attende di vedere la fine e, anche qui, prima o poi qualcuno ci spiegherà perché non si riescono a portare a compimento le ultime centinaia di metri di un’opera generalmente apprezzata dai numerosi frequentatori, appassionati e sportivi. Mi fa piacere ricordare che la ciclopedonale ha avuto avvio sul territorio del comune di Primaluna, quando anche il sottoscritto era amministratore in CM e in quel comune: lo faccio non per un vezzo personale ma soprattutto per ringraziare i colleghi che fin dall’inizio credettero in questo lungimirante progetto che rappresenta ancora oggi un positivo esempio di collaborazione fra i comuni della nostra Valle.

Da ultimo ma non per ultimo, fra le incompiute più deludenti quanto evidenti, in Valsassina, non è possibile non citare il mancato decollo del Parco della Grigna Settentrionale che, lungi dall’essere il volano dell’iniziativa turistica del Lago di Lecco, della nostra Riviera e gruppo delle Grigne, purtroppo e ormai da decenni è ridotto a una sbiadita diapositiva che “partorisce” soltanto iniziative ripetitive ed estemporanee nel vuoto politico che caratterizza la sua spenta e avvilente gestione.

Forse non potrà dare la svolta a queste vetuste problematiche chi in questi giorni ha ricevuto sul groppone una colossale e inattesa doccia gelata: chi pensava di detenere il capillare controllo del consenso nelle Terre alte, difficilmente potrà presto dimenticare la sonora quanto autorevole “scoppola” testé rimediata. Sappiano meditare almeno sugli errori commessi. Dopo l’ultima tornata elettorale che ha spazzato via anche l’ultimo barlume di credibilità politica e di rappresentanza territoriale in Valsassina e sul resto del suo vasto territorio montano, le cose per chi amministra attualmente l’ente montano non potranno andare meglio se non sarà presto recuperato un rapporto franco e sincero con i cittadini che evidentemente non si sono fatti menare per il naso dagli ultimi venuti.

Al dunque e al fine di avviare a soluzione queste problematiche situazioni che impattano e ritardano lo sviluppo turistico, con le quali si convive straccamente da troppi anni, serve una vera e autorevole regia politica che l’attuale Comunità Montana, silente e assente, ha chiaramente dimostrato di non essere in grado di mettere in campo. Alla Fornace dei Mantovani sede della Comunità Montana che, almeno a parole, è anche l’ente gestore del Parco della Grigna traggano in fretta le impietose conclusioni.

 

Claudio Baruffaldi

 

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