BOBBIO: STAGIONE DA 400MILA PRESENZE E FUTURO ROSEO. FOSSATI: “PREMIATI SACRIFICI E INVESTIMENTI”



BARZIO – Soddisfazione e tranquillità il messaggio che trasmette Massimo Fossati, amministratore delegato di ITB – Imprese Turistiche Barziesi, nel tirare le somme della stagione invernale nella Bobbio Ski Area, il comprensorio sciistico dei Piani di Bobbio e Valtorta.

Subito i numeri. Sono 400mila gli sciatori che dal dicembre scorso ad oggi – primo giorno di primavera – hanno calcato le nevi di Bobbio, passando da Barzio o dalla bergamasca. Cifra ormai da mettere nelle statistiche perché la stagione si appresta al termine: “Si conferma la tradizione secondo cui la Stramilano porta via la voglia di neve, almeno tra chi frequenta Bobbio – racconta l’ad – e come nelle migliori annate finisce prima la gente della neve“.

Ma non è certo un rammarico: “Abbiamo aperto il 3 dicembre con già tutte le piste sciabili e le abbiamo mantenute in ottime condizioni per tutto l’inverno. Questa stagione inoltre è sempre stato in funzione l’Orscellera” ma c’è curiosità soprattutto attorno alla nuova seggiovia Ongania. “Molto apprezzata – il giudizio di Fossati -. Ci siamo accorti che in tanti preferiscono ancora iniziare la sciata dalla seggiovia Fortino, per abitudine o forse perché i primi tre pali della Nuova Ongania lasciano presupporre conduca a una pista più impegnativa, invece ci si rende subito conto che quella tracciata è accogliente e anche molto spaziosa”.

Stagione piena dunque, pur con soli 20 centimetri di neve naturale. “Su questo ci tengo a fare chiarezza – prosegue l’amministratore di Itb e presidente di Anef Lombardia -, l’acqua che raccogliamo nei bacini artificiali e che viene poi trasformata dall’innevamento programmato e distribuita sulle piste non contiene alcun agente chimico e quando si scioglie torna al suo ciclo e rifornisce le falde. Questo inverno abbiamo usato circa 100mila mc di acqua, non una quantità che può incidere sulla siccità in corso, e soprattutto nulla viene consumato e nulla va sprecato”.

A proposito di neve, è sempre più acceso il dibattito sul futuro della economia invernale. “E lo seguo con interesse, non per nulla come Anef eravamo a Torino alla presentazione del dossier NeveDiversa di Legambiente. Quello che chiedo di non trascurare è l’impatto sociale della neve: la Valsassina gode di una economia diversificata e della vicinanza con Lecco e la Brianza ma per molte valli, soprattutto alpine, lo sci è stato l’unico argine allo spopolamento. Lo sa bene Regione Piemonte che finanzia non poco le stazioni, cosa che in Lombardia non avviene se non marginalmente”.

Parliamo dei contributi pubblici? “Anche qui occorre sincerità: noi abbiamo rilevato Itb e i Piani di Bobbio nel 2000, e più volte i soci hanno ricapitalizzato per riuscire a pagare gli stipendi. Con l’apertura della nuova Lecco-Ballabio le cose sono migliorate notevolmente, questo ci ha permesso di investire sia negli impianti sia  nell’innevamento. Abbiamo investito tanto ma sempre del nostro. D’altronde solo innovando avremmo potuto continuare a competere, lo dimostrano le realtà che invece non si sono adattate. I contributi, soprattutto regionali, sono arrivati solo negli ultimi anni, in quote del 20% sugli investimenti fatti e non sulla produzione di neve né tantomeno sul consumo dell’energia elettrica, che oggi è il capitolo che più incide a bilancio. Ma siamo una società florida, per fortuna non ci sono preoccupazioni e in piena stagione possiamo permetterci di mantenere 82 dipendenti”.

Quindi nuovi investimenti alle porte? “Con moderazione. Il prossimo passo sarà sistemare finalmente i garage e l’officina anche perché i gatti non ci passano più. Poi installeremo nuovi giochi, panchine e sdraio nell’area del parco ludico, su cui puntiamo molto per il futuro. La spesa più grossa nei prossimi mesi sarà per la revisione generale della cabinovia. Anche se non li dimostra ha 30 anni di onorato servizio”.

Cesare Canepari

 

 

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