BETULLE SENZA FUNIVIA. TROVATO L’ACCORDO PER NON RESTARE ISOLATI



Caro Direttore, La funivia Margno-Pian delle Betulle rimarrà chiusa almeno fino al 30 Giugno.

Il problema dei proprietari e affittuari di case, impossibilitati a raggiungere le proprie abitazioni, è stato risolto grazie all’intervento dell’Avvocato Sgarbi, Difensore Civico della Provincia di Lecco, che è intervenuta presso i Sindaci dei tre Comuni coinvolti nella gestione della strada ASP.

A distanza di qualche giorno, infatti, il Sindaco di Margno ha pubblicato sul sito del Comune (Albo Pretorio) una comunicazione specifica.

Sono due le modalità per raggiungere il Pian delle Betulle da Paglio: con mezzi propri oppure, visto che non tutti sono in possesso di veicoli idonei a percorrere una strada ASP dove il fondo stradale è a tratti dissestato, contattando direttamente i titolari di attività commerciali site in loco.

Agli esercenti di attività del Pian delle Betulle, che hanno offerto (tutti!) la loro disponibilità vanno ovviamente i più sentiti ringraziamenti.

Nella comunicazione del Sindaco testualmente si legge: “Visti gli accordi presi con la D.L. Direttore di Esercizio – TPL Como Lecco Varese – Gestore (ITB) imprese interessate ai lavori!” e allora una domanda sorge spontanea.

Per quale ragione, anziché rivolgersi ai privati, il servizio sostitutivo non è stato garantito dalla ITB (attuale concessionario/gestore della funivia) visto che la stessa ITB in altre località ha in più occasioni attivato e gestito un servizio navetta?

Per quale ragione il Direttore dell’Agenzia Trasporto Pubblico Locale (Architetto Figlioli) che, così come riportato sul sito dell’Agenzia (http://www.tplcomoleccovarese.it/atpcolc/zf/index.php/uffici/index/detail/id/19), ha tra le sue competenze la “Gestione dei rapporti con i proprietari degli impianti funiviari e funicolari per il coordinamento delle interruzioni programmate per manutenzione ordinaria e straordinaria e programmazione degli eventuali trasporti sostitutivi di superficie per il mantenimento dell’obbligo di servizio pubblico” non è intervenuto per direttamente coinvolgere il Concessionario?

Come si può considerare normale, in occasione del fermo di un servizio pubblico, che il servizio sostitutivo sia offerto dagli esercenti (privati cittadini) che non sono in possesso di alcuna autorizzazione e/o concessione?

Non ci si è neppure preoccupati di definire un tariffario.

Siamo in presenza di un caso in cui ci si affida alla buona volontà di alcuni per evitare (è il caso di dirlo) di “disturbare il manovratore”?

Forse dovremmo chiederci se, al Pian delle Betulle, siamo semplicemente Figli di un Dio minore.

Con preghiera di pubblicazione.

Cordiali saluti,

Giorgio Rebuzzini

 

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