PRIMALUNA – Una semplice pubblicità online ha acceso una riflessione profonda su equità e accesso agli incentivi statali. A raccontarlo è un cittadino di Primaluna, che ha condiviso sui social la sua esperienza con l’acquisto di un’auto elettrica.
“Oggi mi arriva una pubblicità per un’auto elettrica con gli incentivi statali e vado dal concessionario”, scrive. L’entusiasmo iniziale si scontra presto con una realtà più complessa: per accedere agli incentivi, servono tre requisiti fondamentali: ISEE inferiore ai 30mila euro, un veicolo da rottamare e soprattutto residenza in un comune che ha aderito al programma, registrato in una lista specifica.
Ed è proprio su quest’ultimo punto che nasce la frustrazione. Il cittadino consulta l’elenco dei comuni ammessi in provincia di Lecco e nota un dettaglio: Primaluna non c’è. Tra i comuni della Valsassina ci sono Pasturo, Cassina, Introbio… ma non il suo paese.
“Chissà qual è la motivazione per cui un paese non debba essere in questa lista? Scelta del comune?”, si chiede. La domanda è legittima, soprattutto perché i comuni ammessi, come ad esempio Introbio, a pochissimi chilometri di distanza, consentono ai propri residenti di accedere fino a 11mila euro di incentivi, mentre Primaluna ne resta escluso.
La testimonianza solleva un tema cruciale: può la residenza in un comune escludere un cittadino da un beneficio statale? E se sì, chi decide? È una scelta tecnica, politica, o una semplice dimenticanza?
La richiesta implicita è chiara: trasparenza nei criteri di selezione dei comuni, e magari un confronto pubblico tra amministrazioni e cittadini. Perché la sostenibilità, per essere davvero tale, deve includere anche quella sociale.
RedPri









