I quotidiani nazionali hanno scritto che ci sarebbe un calo delle offerte alla Chiesa Cattolica. Anche sul Corriere della Sera si è parlato della questione, in un articolo del titolo inquietante: Cei: 8 per mille in calo, è allarme. Le offerte dirette per il sostegno del clero sono passate dai 21 milioni di euro nel 1998 ai 17 milioni nel 2007
Come risposta alla richiesta della Cei di un rafforzamento delle campagne pubblicitarie a favore delle donazioni per la chiesa (si parla sia dell’otto per mille, sia delle offerte nei piccoli e grandi centri parrochiali) è arrivata una proposta: la migliore pubblicità è quella data dal servizio costante dei sacerdoti, attività svolta a livello locale (diocesi, parrocchie). Qualcosa che vada oltre a quelle scarse attività a volte presenti, a volte spontanee ma poco organizzate che vengono realizzate a livello di base.
Ma, si può fare una valutazione di quanti soldi i credenti frequentatori della chiesa donano alle rispettive parrocchie? Premana, con una popolazione di più di duemila persone, ha un’attività parrocchiale molto intensa; tutte le settimane, oltre al programma delle attività previste, il Don pubblica anche il ricavato con le offerte dei fedeli.
In una settimana, la parrocchia di Premana ha "incassato" circa 3800 euro, soldi provenienti da diverse offerte raccolte durante le sante messe e da una pesca di beneficenza.
Ecco il dettaglio reso pubblico con avvisi affissi in parrocchia:
Offerte S. Messe feriali dal 04 al 08 ottobre: 252.65
Offerte S. Messe festive di domenica 10 ottobre: 1018.05
Offerta cera lumini chiesa Parrocchiale: 155.70
Pesca di beneficenza domenica 10 ottobre: 2043.00
Offerte per i fiori dell’altare maggire: 60
Per le opere Parrochiali: 85
Offerta a S. Antonio: 50
Offerta S. Messa Alpini: 200
Campagna pubblicitaria o meno, alla fine dei conti sono sempre loro, i fedeli che sostengono la loro chiesa apportando il piccolo dono quotidiano che racchiude nel senso dell’offerta soprattutto tante buone intenzioni.
SCHEDA WIKIPEDIA SUI FINANZIAMENTI DELLA CHIESA IN ITALIA |
La Chiesa cattolica italiana è finanziata in parte dalle donazioni dei fedeli e in parte dallo Stato italiano.
La maggior parte dei finanziamenti proviene dal meccanismo dell’otto per mille, corrispondente nel 2004 a circa 940 milioni di euro.
Le offerte dei fedeli attraverso la dichiarazione dei redditi, istituite nel 1989, sono state pari nel 2003 a circa 18 milioni di euro. [1] A questa somma bisogna aggiungere i proventi delle questue.
Come tutte le confessioni religiose che hanno firmato intese con lo Stato, infine, la Chiesa cattolica beneficia di alcune agevolazioni fiscali: gli edifici destinati a scopo di culto sono esentati dall’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) e dall’imposta sui terreni. Inoltre, il "Decreto fiscale" legato alla legge finanziaria per il 2006 ha stabilito l’esenzione dall’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI) a tutti gli immobili di proprietà delle confessioni che hanno firmato intese con lo Stato, a prescindere dalla natura commerciale (in precedenza l’esenzione riguardava esclusivamente gli edifici adibiti a scopo di culto). L’importo di tale esenzione è stato stimato dall’ANCI in 600-700 milioni di euro e dallaConferenza Episcopale Italiana (CEI) in oltre 1 miliardo di euro.
Inoltre vi sono delle altre fonti di finanziamento o dei privilegi fiscali di varia natura:
* deducibilità di circa 1000 euro (al massimo) mediante la dichiarazione
* fondo speciale per il pagamento pensioni al clero
* esenzione fiscale totale, comprese imposte su successioni e donazioni, per le parrocchie e gli enti ecclesiastici
* finanziamenti alle scuole private, tra cui sono comprese quelle cattoliche
* oneri di urbanizzazione destinata agli edifici di culto
* contributi agli oratorî
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IL RESOCONTO SETTIMANALE DELLA PARROCCHIA DI PREMANA |