U.L. e l’inchiesta-paradosso: un Pdl tra regioni rosse e Striscia la notizia



Già, perché finire indagato per una fornitura a un ospedale della "rossa" Emilia-Romagna, lo stesso al centro di tante visite del programma Mediaset per i ritardi nella costruzione, appare allo stesso Umberto Locatelli paradossale. Glielo chiediamo e lui risponde che sì, in effetti è abbastanza curiosa la situazione ingenerata dopo che è scattata, lontano dalla sua Moggio, un’inchiesta che vede coinvolte nove persone per tentata truffa in concorso.

Lunedì la telefonata mentre era diretto a Brescia, sede dell’azienda di cui è presidente e socio, la Vela prefabbricati. Che nel 2006, quando si chiamava Albi, fornì materiali all’impresa che stava costruendo il "famoso" ospedale di Cooa, nel ferrarese. Una sorta di tela di Penelope, una struttura quasi leggendaria e immortalata più volte dal programma di Canale 5 Striscia la notizia – che ne ha documentato in varie occasioni il lentissimo progredire.

Più tardi, adesso, ecco l’inchiesta che parte da Ferrara e porta Guardia di Finanza e Carabinieri a casa Locatelli. Si diceva della telefonata di lunedì mattina. "Sì, mi chiamano i Carabinieri di Introbio" racconta Locatelli "avvisandomi che devo tornare a Moggio. Lo faccio, apro casa agli inquirenti che compiono il loro lavoro di ispezione; poi dico loro che ho anche un’altra abitazione, con mia moglie, a Milano. Allora andiamo insieme giù, altra perquisizione e infine tutti a Brescia, nella sede dell’azienda. Una giornata così…".

Ma parliamo dell’ipotesi di reato: tentata truffa, per forniture di materiali non idonei, difformi rispetto a quanto previsto nel capitolato per la costruzione del famoso ospedale. "Guardi, noi facciamo centinaia di forniture ogni anno, abbiamo cantieri ovunque essendo leader nel nostro mercato, quello dei prefabbricati per edilizia residenziale e civile; nel caso di Cona francamente non conosco gli altri indagati, non ho mai visto il progetto e nemmeno il cantiere ma soprattutto la "Vela" ha fornito non direttamente l’ospedale ma l’impresa che lo costruiva, appunto con i nostri materiali prefabbricati".

Ecco il paradosso di Locatelli. Lui, uomo Pdl in Valsassina, consigliere provinciale eletto nella lista di Daniele Nava, "incastrato" (ma solo a livello di indagini) in una vicenda che nasce intorno a un "fortino" del Pd e alimentata da un programma della TV ammiraglia dell’impero di Silvio Berlusconi, fondatore e leader del partito in cui si riconosce l’ex sindaco di Moggio. Il valsassinese però la prende con filosofia e ci sorride su. Dopo una giornata interminabile, in auto su e giù per la Lombardia in compagnia delle forze dell’ordine, tempestato di telefonate e con le voci (poi smentite) che la perquisizione a casa sua avesse a che fare con giri di droga… Adesso tutto è nelle mani del suo legale, l’avvocato Scapaticci di Brescia.

"Mi rimane, di lunedì, questa cosa positiva: tanti mi hanno chiamato (non ho potuto rispondere a tutti e me ne scuso) per esprimere solidarietà e stupore per le accuse contro di me. Almeno questo…".

 

 

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