INTROBIO – Una delle abilità dell’Eusebio Marconi politico era sicuramente la sua verve, capace di semplificare nel linguaggio di tutti i giorni anche gli aspetti più complessi della macchina comunale. In questo si inserisce uno degli episodi più noti dei suoi anni di battagliera opposizione, documentato proprio dal corrispondente di VN.
Era un consiglio comunale del 2011, il sindaco Rupani informava della citazione in causa del Comune in merito alla vicenda del “capannone Mariani”, e Marconi reagì apostrofando tutto con un più che esplicito “È mafia” per poi lasciare l’aula.
Ecco le riprese video e, a seguire, la cronaca del consiglio comunale di quel 28 novembre 2011:
Nella lunghissima “querelle” intorno all’arcinoto capannone, arriva come una bomba – e il sindaco in carica Rupani ne dà conto ampiamente in consiglio – la citazione in causa nei confronti del Comune da parte di Teresa Arrigoni comproprietaria pro indiviso al 50% con l’ex marito Luciano Mariani dell’area in questione. Rupani fa la cronaca dettagliata della vicenda, partendo dall’inizio: “il Mariani ha ottenuto dal Comune di Introbio regolare concessione edilizia per costruire un capannone di 150 metri (18/03/96) regolarmente eseguito per uso della società Autotrasporti Mariani attività imprenditoriale in cui la allora moglie non era in alcun modo coinvolta.
Il signor Mariani – prosegue Rupani – ha aumentato la superficie del capannone senza l’autorizzazione del Comune, passando da 150 mq ai 670 attuali, iniziativa assunta senza il consenso della moglie. Mariani è stato poi condannato per reato edilizio”. A questo punto l’ex sindaco Eusebio Marconi dice “Mafia!” e Rupani gli intima di non usare termini del genere in consiglio. Replica di Marconi: “Eh, lo so, ma è mafia!”.
Il sindaco in carica riprende il filo della narrazione: “Si sottolinea che la signora Arrigoni non ha mai ricevuto, pur essendo comproprietaria alcuna ordinanza amministrativa riferita all’irregolarità edilizia né è stata sottoposta a procedimenti penali per gli illeciti compiuti”. Insomma, l’ex moglie di Mariani non è stata coinvolta dall’amministrazione di allora, pur essendo stata titolare al 50% della proprietà. “Tuttavia il Comune di Introbio – continua Rupani – ha deciso di notificare a Mariani il 17/4/2009 il provvedimento di accertamento di inottemperanza dichiarante l’effetto di acquisizione gratuita al patrimonio comunale dell’area in questione. Tale trascrizione è stata effettuata sia nei confronti di Mariani ma anche nei confronti di Teresa Arrigoni, del tutto estranea alle irregolarità edilizie e ai procedimenti penali e giudiziali nei quali è stata coinvolta”.
E siamo alla conclusione, con gli effetti temuti: “Il tribunale – conclude Rupani – dovrà accertare e dichiarare l’insussistenza del presupposto di legge in capo al Comune di Introbio per procedere alla trascrizione nei confronti di Teresa Arrigoni e condannare il Comune al risarcimento di tutti i danni subiti dalla signora – (Marconi sbotta ancora: “MAFIA!”) -, per l’illecita trascrizione, danni da quantificarsi in corso di causa, compresi quelli della cancellazione della trascrizione”.
Insomma il Comune di Introbio potrebbe essere condannato al risarcimento dei danni; sono stati spesi fino ad oggi, ricorda l’attuale primo cittadino, più di 100 mila euro per la controversia con Mariani e si devono spendere ancora dei soldi.
Scontro verbale in aula consiliare: Marconi si difende dicendo “Io non sono un avvocato, né un giudice, sono un cittadino e non ho fatto il furbo; tu, Rupani, non hai fatto gli interessi del Comune”. Replica quest’ultimo: “Ma sono stato denunciato!”. Marconi allora chiude il suo intervento: “Ricordiamo che lui (Mariani, ndr) ha fatto una costruzione in un terreno che ora dice sia della moglie, stiamo prendendo per il c… la gente, mi alzo ed esco da questa aula perché ritengo che quella sia veramente una cosa di MAFIA!”.
Poi l’anziano ex sindaco esce dalla sala del consiglio e c’è una “coda” polemica. Marconi incrocia Luciano Mariani che gli dice in faccia “Il mafioso sei tu!”. Su richiesta di Rupani deve intervenire l’agente della Polizia Locale Pozzoli per calmare le acque