GRIGNA SETTENTRIONALE – Martedì 14 aprile, nel pomeriggio, la ventilazione orientale ha fatto il suo prorompente ingresso in Val Padana. Raffiche lineari improvvise da est verso ovest, con picchi locali da 60 a 80 km/h, annunciate e poi accompagnate da una densa nube di polveri, hanno spazzato buona parte delle nostre aree padane e pedemontane. Il fenomeno è documentato da tre contributi raccolti in un video prodotto dal Centro Meteorologico Lombardo: il primo è una animazione da satellite, il secondo è la stessa grafica ma in infrarosso, il terzo è estratto dalle immagini immortalate dalla webcam installata sulla vetta del Grignone ed è una vera e propria chicca, come lo definiscono gli stessi esperti del Centro.
Lasciamo la parola agli scienziati dell’associazione culturale regionale per descrivere il fenomeno e il filmato.
La prima parte del video è un’animazione satellitare (canale visibile, quindi assimilabile a cosa osserverebbe un astronauta a bordo del satellite – fonte: Sat24) che spazia dal mezzogiorno locale fino alle ore 19. Si può notare come l’ingresso dirompente della Bora sull’alto Adriatico sia ben tradito dalla formazione di un arco di nubi cumuliformi. A seguire, la pressione eolica guadagna via via terreno in Pianura Padana, sviluppando inizialmente qualche temporale tra Veneto ed Emilia Romagna (locali sconfinamenti sul Mantovano, dove è caduta qualche goccia). Proseguendo il suo moto verso ovest, la massa d’aria si arricchisce di polveri sollevate dai campi, che sono molto secchi vista l’avara pluviometria delle recenti settimane. Questa piccola “tempesta di sabbia” raggiunge dunque il territorio lombardo, dove da giorni staziona aria estremamente secca, ulteriormente asciugata dai venti di Favonio che insistono già dal mattino (valori di umidità relativa da record, attorno al 5-10%).
Benché nei cieli della nostra regione la condensazione sia quasi assente, data l’igrometria bassissima, ossia – nonostante i contrasti – fatichino a formarsi nubi, il margine frontale dell’avvezione da est è tradito da quell’arco grigiastro, opaco anche al satellite visibile, che prende spessore in bassa troposfera. Parliamo di qualche centinaia di metri d’aria molto torbida, più umida e più fresca, ricca di pulviscolo sollevato e trasportato dai venti nel loro tragitto entro il cul-de-sac padano.
La seconda parte del video mostra la medesima cosa, tuttavia nel canale satellitare dell’infrarosso, che agli effetti palesa il campo termico sulla superficie terrestre in esame (temperature di suoli e nubi). Colori grigio scuro indicano temperature alte (massime fino a 25-26°C su ovest regione), mentre colori più chiari evidenziano temperature relativamente più fresche. Questo strumento di indagine ci consente di apprezzare con estrema efficacia l’evolversi dell’ingresso delle masse d’aria orientali, dal Polesine fin verso il Piemonte. La linea di interfaccia, che arretra via via verso ovest, delimita la massa d’aria padana secca, in parte “favonizzata”, dalla massa d’aria fresca e più umida in ingresso dall’Adriatico.
La terza e ultima parte del video è una chicca: è spettacolare a dir poco. Punto di osservazione: sguardo verso sud dalla vetta della Grigna Settentrionale, 2410m slm di quota, sulle Prealpi Lecchesi, dalle ore 17 alle 18:40 locali. Le immagini parlano da sole (fotogrammi a passi di 10 minuti, fonte: grignone.panomax.com).
Se domattina le centraline ARPA (specie quelle Piemontesi) misureranno particolato PM10/PM2.5 alle stelle, beh sapremo a chi dare la colpa.