DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA 3ª DOMENICA DOPO PENTECOSTE



Il Vangelo di oggi è parte di un dialogo fra Gesù e Nicodemo che venne da Lui di notte per esprimergli la sua stima, E subito Gesù marca la distanza fra il credere di Nicodemo e la fede che Lui domanda: è come un nascere di nuovo, non più per opera umana, ma per opera dello Spirito.

Nel Vangelo di oggi Gesù fa una rivelazione profonda dei sentimenti che ci sono nel cuore di Dio: “Dio ha tanto amato il mondo da dare per noi il suo Figlio unigenito….”, e invita anche noi, come Nicodemo, a fare quel cammino di radicale novità, passando da una verità solo creduta, a quella stessa verità accolta dentro di noi e dalla quale ci lasciamo cambiare: appunto come una nuova nascita.

Ma come fare?

Nicodemo, con il suo andare da Gesù di notte, ci dà l’idea di voler ascoltare Gesù e intrattenersi in un intimo colloquio con Lui: è quello che potremmo chiamare “preghiera”, in cui soffermarci a considerare la parola di Gesù e a chiederci con meraviglia e gratitudine “è mai possibile questo?”.

È così che il nostro cuore, la nostra intelligenza, la nostra volontà ricevono luce e forza da questo amore di Dio su di noi.
Diceva Gesù: “Voi, che pure siete cattivi….”: pensiamo a cosa già significhi per un bambino sentire su di sé il sorriso della sua mamma.

Quanto più per noi, se sentissimo come questo parola di Gesù non è un’affermazione generica e dottrinale, ma ci rivela un amore concreto e personale di Dio per noi. Anche a noi, nelle notti della nostra vita, che sono la stanchezza, gli sbagli, le colpe, la delusione, la noia, la solitudine, le incomprensioni…, Gesù dice questa verità sconvolgente: “il Padre ti ama, fino a donare per te il suo unico Figlio, che sono io, Gesù”.

Chi la sa accogliere può dire quanto sia portatrice di vita nuova.
Gesù dice anche: “Chi fa il male non viene alla luce…”.

Quali sono le opere malvagie che non vogliamo vengano alla luce? Alcuni esempi:
la cura della propria immagine, da cui l’ipocrisia,
il desiderio di successo, di importanza, da cui la superbia,
la ricerca di piacere disonesto, che non basta mai e che schiavizza sempre di più.

Per uscire da tutto questo c’è una sola strada: la sincerità, che non la si impara dai libri o dalle prediche, ma che ciascuno può trovare in se stesso, con l’umile riconoscimento di quello che siamo davanti a Gesù, come il buon ladrone, il centurione sotto la croce, o Pietro dopo il rinnegamento.

Gesù dice ancora: “Chi fa la verità viene alla luce….”: non importa dove ti trovi: inizia con sincerità e arriverai alla luce, a Gesù, alla sua verità che è l’amore con cui Dio ti ama.


Don Gabriele
vicario parrocchiale

 

 

 

 

 

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