INTROBIO – Bocche cucite da parte degli inquirenti sul caso delle scritte e dei vandalismi attuati nelle scorse ore a Introbio. Ma la sensazione è che le indagini siano ben avviate e che gli autori del blitz saranno facilmente individuati – se già questo non è avvenuto – grazie a qualche loro eccesso.

Prima di tutto chi ha realizzato scritte, cancellazioni, danni e quant’altro (sicuramente più di una persona) ha ‘largheggiato’ nella propria azione notturna, andando a operare in molti punti diversi del paese, alcuni dei quali coperti da telecamere di videosorveglianza pubbliche e private.

Poi, se come pare ormai probabile i fatti vanno ricondotti a una “motivazione” – volendo definirla così – connessa a una sorta di vendetta contro le forze dell’ordine, gli imbrattatori di Introbio hanno lasciato dietro di loro quantomeno un serio indizio a proposito del movente della loro clamorosa incursione.



Sono molti infatti a essere convinti che in cima alla lista dei sospettati vi siano proprio quei giovani (quattro, residenti in un paese confinante del Centro Valle) che qualche sera fa vennero fermati e sanzionati proprio dai Carabinieri e guarda caso nel centro introbiese in quanto in giro nelle ore del “coprifuoco” d’obbligo nella zona rossa, ovvero tra le 22 della sera e le 5 del mattino.

Non è detto che quei ragazzi multati con 4oo euro a testa siano proprio gli esecutori materiali del raid.

Certo, l’episodio ha fatto molto discutere perché in un contesto come quello valsassinese in cui spaccio di droga e altri reati avvengono ma risultano ben camuffati, un blitz di quel genere fa comunque scalpore – se non altro per l’evidenza “visiva” del gesto. Magari meno grave di tanti altri comportamenti delinquenziali che solo talvolta vengono scoperti, ma appunto fin troppo percepibile – al punto da far parlare qualcuno (addirittura) di “attacco alle istituzioni”.

VN

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