TOPONOMASTICA INTROBIESE: STORIE DI FILANDE, PARTIGIANI E FUCINETTE



INTROBIO – La filanda di Introbio non esiste più, ma c’è ancora la via (via alla Filanda) che portava al setificio funzionante nel XIX secolo, stesso discorso per via al Fornetto che si trova in località Forni dove un tempo funzionò un forno fusorio e dove oggi troviamo un gruppo di caseggiati risalenti al seicento ubicati in prossimità del ponte Chiuso vicino alla cascata dello Sprizzottolo. 

Nei dintorni troviamo anche la via Fucinetta che portava appunto nella fucina ora scomparsa dove si producevano chiodi.

Via Domenico Fumagalli invece ricorda il medico introbiese che morì ad Olate curando i malati di tifo nel 1817. 

Nel 1531, i Grigioni scesi dalla Valle della Troggia tentarono di espugnare la torre Arrigoni di Introbio, questo è l’unico fatto storicamente documentato che ha il paese di centro Valle e per ricordarlo c’è la piazzetta Grigioni nel centro storico del paese. 

Via Livia Longoni invece, ricorda la generosa cittadina introbiese che fece un’importante donazione per i poveri del paese nel 1630.

Anche Alessandro Manzoni trova posto tra le vie di Introbio così come Leopoldo Scalcini, il partigiano di Colico cui nome in codice era Mina (via partigiano Mina, nell’immagine di copertina) catturato durante la seconda guerra mondiale e portato a Introbio dove fu condannato a morte insieme ad altri compagni. “Mina” mentre veniva caricato sul camion che lo portava Barzio per la sua esecuzione, tentò la fuga imboccano la strada che ora porta il suo nome ma venne raggiunto da una raffica di mitra che lo uccise sul colpo.

*Informazioni tratte dal volume “Introbio una comunità parrocchiale nei secoli”

F.M.

 

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