LETTERA: “GATTO UCCISO DA UN CANE LIBERO, SONO REAZIONI ISTINTIVE”

Buongiorno Redazione di Valsassina News,

in questi giorni ho seguito l’argomento riguardante l’episodio accaduto a Barzio in cui un cane sembra abbia aggredito un gatto.

Da quanto esposto, mi sembra di aver capito che il gatto fosse in buona sostanza randagio, seppur accudito e curato da persone amanti dei felini, ma pur sempre libero, non domestico.

Il cane invece, sembra avesse dei proprietari, in buona sostanza una animale domestico.

L’episodio in cui purtroppo il gatto ha avuto la peggio è stato un incidente, causato dalla mancanza di controllo in quel momento del cane e dallo stato di randagio del gatto.

Per mia esperienza diretta, i gatti sono generalmente ben capaci di difendersi, tant’è che spesso i cani finisco dal veterinario per essere medicati dai graffi ricevuti, e qualche volta rischiano serie conseguenze quando capita loro che il felino riesca a raggiungere gli occhi.

Sarei dell’idea di non santificare l’uno e di non demonizzare l’atro; sono reazioni e comportamenti istintivi per altro ben noti e presenti nella saggezza popolare da sempre.

Discorso diverso quello che riguarda la necessità di condurre il cane nei luoghi pubblici per evitare interazioni non richieste con esseri umani; qui anche il codice civile, se non il buon senso, detta regole precise.

Banalmente anche la semplice rimozione degli escrementi è prima di tutto un segno di rispetto e di civiltà, e parimenti un obbligo sanzionabile.

Un buona idea, nota ma disattesa nella Valle, è la diffusione della cultura cinofila (per i proprietari di cani, affinché abbiano consapevolezza) e l’istituzione delle aree cani (utili per la socializzazione e l’equilibrio comportamentale); l’ottimo sarebbe il supporto di educatori professionisti qualificati.

JDM