Canoni Norda, si accende il dibattito: parlano Introbio, Pasturo, Taceno…



Sembra un po’ quel che accade, spesso, quando muore un ricco anziano: tutti a cercare di avere una parte dell’eredità. Solo che qua, più che di un lascito secco secco si dovrebbe ragionare su un vero e proprio vitalizio, dato che l’acqua presa dalle sorgenti sopra Introbio viene pagata regolarmente (e bene) dalla Norda, ogni anno. E così sarà, se non cambiano le leggi vigenti, ancora e sempre. Amen.

Prima di aggiornarvi sul dibattito in corso, suscitato dalle anticipazioni del nostro giornale, facciamo il punto della situazione, ricapitolando passaggi, norme e sviluppi recenti.

Dal 2001 la grande azienda di imbottigliamento paga, annualmente, il costo dello sfruttamento delle acque introbiesi: prima alla Regione, da qualche tempo alla Provincia di Lecco. Negli ultimi anni, questi fondi, si parla di centinaia di migliaia di euro alla volta, sono stati girati a favore della gestione del depuratore consortile di Taceno. Qualche mese fa, il Comune di Introbio ha chiesto all’amministrazione provinciale che i canoni (almeno la quota disponibile, al netto di quanto spetta alla Provincia stessa) vengano invece dati ai comuni da dove viene captata l’acqua: Introbio ovviamente ma anche Primaluna per quanto riguarda la Val Biandino e in piccola misura pure Pasturo per un’altra fonte. Gli altri due paesi devono ancora esprimersi in via ufficiale, ma quello che ha suscitato la vicenda ha chiesto direttamente, ad aprile, che la questione venga affrontata. Ottenendo un primo incontro avvenuto nei giorni scorsi. Vi hanno partecipato da una parte il vicesindaco di Introbio Fabio Brini e il responsabile dell’Ufficio Tecnico Alvaro Ferrari, dall’altra il funzionario provinciale ing. Pietro Francesco Canali.

Un incontro non particolarmente positivo, nel quale pare si siano registrate posizioni piuttosto distanti: se Introbio reclamava che i canoni si riferissero al bacino di captazione, la Provincia sembra si sia orientata verso un concetto molto più ampio, ovvero quello del bacino imbrifero del Pioverna, come dire compresa parte del territorio di Mandello del Lario.

Questione non di poco conto, i soldi che ballano sono parecchi. Per questo, abbiamo iniziato a sentire le opinioni di alcuni dei principali protagonisti della querelle. Ne è nato un dibattito a distanza ricco di posizioni diverse e a tratti contrapposte.

GUIDO AGOSTONI – sindaco di Pasturo
"A mio avviso si dovrebbe proseguire sulla linea di quanto fatto finora, ovvero con un orientamento verso il depuratore di Taceno quindi un consorzio di comuni. Non voglio polemizzare con Introbio ma mi sembra che la questione riguardi un’area ampia, di bacino, che comprende più realtà".

MARISA FONDRA sindaco di Taceno
"Da capo convenzione del depuratore non posso che difendere le scelte compiute fino ad oggi, scelte che mi sembrano intelligenti perché ne beneficia l’intera comunità; ognuno dice la sua, eprò la legge è chiara e afferma che questi canoni vanno utilizzati per interventi a livello di bacino. Poi, chiaramente anch’io difenderei gli interessi del mio Comune se l’acqua venisse prelevata da qui, ma in momenti come questi in cui mancano le risorse è bene che quando ce ne sono, queste vengano portate a casa".

GIANFRANCO MAGNI – assessore a Introbio
"In qualità di assessore all’attività produttive e all’ecologia del comunedi  Introbio, sulla vicenda devo riaffermare che le risorse delle attività produttive provenienti dal comune devono essere utilizzate sul territorio dello stesso comune, a sostegno, salvaguardia ed incentivazione delle attività stesse. E mi pare che le disposizioni legislative in merito prevedano il beneficio a favore dei territori dalle quali hanno origine le risorse stesse. Le acque del comune di Introbio devono avere il necessario sostegno tenuto conto dell’apprezzamento che riscuotono. Il territorio che le genera dev’essere oggetto della massima attenzione in termini di conservazione di un bene vitale per l’economia e per l’immagine che gratifica tutta la zona, e che vede fra le mete più ricercate nella la Val Biandino, quella che deve continuare ad essere la meravigliosa incontaminata "bomboniera delle Orobie".

Il punto (momentaneo) sulla vicenda lo mette però il vicesindaco di Introbio, Fabio Brini, che ha partecipato al recente incontro in Provincia con l’ingegner Canali: "Non è mia intenzione entrare in polemica con nessuno, dico solo che il bacino minerario è quello da cui viene presa l’acqua poi imbottigliata dalla Norda. Ci è stato detto che si tratta del bacino del Pioverna, ma allora a quel punto si dovrebbe pensare all’Adda, al Po e così via… In passato i fondi sono stati impiegati per ild epuratore a Taceno; bene, io non voglio soldi che spettano ad altri, ma quelli che spettano a Introbio devono restare a Introbio. Scordiamoci il passato, guardiamo al futuro e ragioniamo su un territorio, quello del Val Biandino, che va difeso e valorizzato".

A quanto traspare, nel vertice con la Provincia sarebbero state mostrate ai rappresentanti introbiesi due cartine: una con il bacino della Val Biandino e una, più ampia, dell’intera Valsassina. In base a quel che deciderà Villa Locatelli, ovvero a quale ambito verrà utilizzato per la destinazione dei fondi, sapremo chi e come potrà spendere i (tanti) euro che, in discreta percentuale, rimangono dopo essere stati versati dalla Norda alle casse della Provincia.

 

 

 

 

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