LA LECTIO DI DON GRAZIANO: LA TEMPESTA SEDATA



Il miracolo della tempesta sedata da Gesù sul lago di Tiberiade è per noi un miracolo di fede, una lezione di fede. Intanto notiamo la descrizione del miracolo. É vivace: Gesù dorme a poppa, cioè la parte posteriore della barca, destinata alle persone di riguardo.

Gesù dorme come un giovane affaticato, dai nervi saldi.

È l’unico punto del Vangelo in cui si dice che Gesù dormiva.

Certamente l’ evangelista Marco ha voluto mettere in risalto il valore di questo miracolo di Gesù, in riferimento alla vita della Chiesa: e ce lo fa capire ancora di più con le parole di rimprovero di Gesù ai discepoli: ”gente di poca fede”!

Sembra che il Vangelo di questa domenica ci dica che Gesù non è venuto per darci sicurezza,per garantirci dalle sorprese di questa vita; seguire Gesù, essere cristiani vuol dire esporsi allo sbaraglio al rischio, al pericolo delle persecuzioni, delle tribolazioni, all’ odio, affrontare il mondo ostile a Cristo.

É la situazione in cui si trova la Chiesa oggi.

La Chiesa, oggi, è combattuta dagli errori , dall’odio dei fondamentalisti di ogni genere, dai fanatismi religiosi, dalle culture che predicano la morte di Dio; la Chiesa è agitata da movimenti, da gruppi in crisi; Gesù non è venuto a liberarci dalle difficoltà di questo mondo, ma esige fede nelle difficoltà che incontriamo nella vita: credere, fidarsi di Lui, nonostante ci sembri che Gesù dorma.

Gli Apostoli hanno lanciato il grido dell’umana disperazione che ha tragiche risonanze d’attualità in tanti momenti tristi della nostra vita personale e del mondo d’oggi!

“Maestro non ti importa che moriamo?”

La risposta di Gesù è valida per gli uomini disperati di ogni tempo: ”Gente di poca fede”, ci dice Gesù.

La paura di noi e degli altri, la paura dell’ insicurezza, del dubbio, del peccato, la paura della morte che ci colpisce individualmente e collettivamente; ogni paura ci incatena nel segreto del cuore e ci tortura, perché la nostra fede è poca, è debole!

Eppure Gesù si manifesta come il Dio Forte, per irrobustire la nostra debolezza; Gesù ci salva legandoci intimamente a sé nella fede, facendoci partecipi come membra vive del suo corpo mistico che è la Chiesa.

Questo chiede anche a noi Gesù: che ogni giorno ci comportiamo con sincerità , che ogni giorno ci interroghiamo con lealtà se le nostre parole e le nostre azioni sono coerenti con la fede che professiamo e con la pace che vogliamo, per noi e per il mondo.

Don Graziano vicario parrocchiale

Domenica 1 febbraio 2015 4a dopo l’Epifania

Rito Ambrosiano

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