BARZIO – “L’edilizia e l’urbanistica rivestono naturalmente un ruolo centrale per lo sviluppo armonico del paese. Intendiamo muoverci nell’ambito delle previsioni del P.G.T. (Piano di Governo del Territorio), che nelle linee programmatiche generali, da noi condivise, mira alla riqualificazione dell’esistente, alla minimizzazione del consumo del suolo e alla tutela delle bellezze naturalistiche“.

Siamo sull’Altopiano valsassinese, nel 2019. Le parole citate sono tratte dal programma elettorale della lista Barzio nel cuore, quella che ha vinto “in volata” a fine maggio, portando alla poltrona di sindaco Giovanni Arrigoni Battaia.

Parole che lette oggi assumono una valenza particolare, dato che si è tornato a discutere del progetto edilizio sulla collina della Coldogna – con il nuovo ricorso stavolta al Consiglio di Stato da parte della famiglia proprietaria del terreno, sul quale vorrebbe costruire un maxi albergo.

Il progetto era stato respinto dall’amministrazione di Andrea Ferrari, suscitando la reazione dei Torre con richieste al TAR (respinte) e ora come detto, a un livello superiore.

Il Comune adesso in mani diverse ha deciso di resistere in giudizio e a supportare la sua scelta vi è poprio quel passaggio delle “promesse” in campagna elettorale: “minimizzazione del consumo del suolo” e “tutela delle bellezze naturalistiche” sembrano riferimenti non casuali proprio alla vicenda-Coldogna.

Tema sul quale l’attuale vicesindaco e assessore all’edilizia Paolo Bianchi aveva votato a favore col suo gruppo di opposizione (oggi parte della maggioranza), approvando il PGT con dentro il famoso “no” all’edificazione sulla bella collina all’entrata del paese.

Difficile dunque immaginare un “voltafaccia” dell’amministrazione barziese, che qualche giorno fa si è costituita in giudizio contro il nuovo ricorso di Umberto e Adalgisa Torre, che sulla Coldogna insistono per realizzare un grosso albergo con Wellness center annesso.

RedVN