DEPRESSIONE POST-PARTUM: SINTOMI, CAUSE E RIMEDI



Per una neo mamma la nascita del bambino è un momento di gioia indescrivibile, ma può anche suscitare sentimenti di ansia, paura e malinconia che rischiano di sfociare in qualcosa di ben più grave, come la depressione post-parto. Vediamo come riconoscere questo disturbo e cosa fare per chiedere aiuto.

Molte donne, dopo aver dato alla luce il proprio bambino, vivono uno stato di malessere psicofisico transitorio e di breve durata – noto come “baby blues” – che si manifesta con crisi di pianto, sbalzi d’umore e scatti di rabbia. Altre neo mamme, invece, sperimentano una forma di depressione più acuta e severa, conosciuta come DPP (depressione post partum), con disturbi che si protraggono più a lungo e richiedono un adeguato supporto psicologico.

Per evitare che i sintomi peggiorino o determino un impatto negativo nei confronti del neonato e del resto della famiglia, le donne che sospettano di essere depresse dovrebbero chiedere aiuto il prima possibile in modo da non compromettere il legame madre-figlio o causare gravi problemi familiari.

Le cause

La depressione post-partum è un disturbo depressivo non psicotico che colpisce il 10% delle donne dopo la gravidanza. L’esordio dei sintomi avviene generalmente tra la prima e la sesta settimana successiva al parto, ma la vulnerabilità della madre può durare anche mesi o anni. Le cause all’origine del disturbo sono molteplici e possono derivare sia da fattori ambientali, sia dallo stile di vita, sia dallo stato emotivo della donna. A metterci lo zampino sono anche i cambiamenti fisici con cui la neo mamma deve fare i conti dopo la nascita del bimbo.

Durante il puerperio, infatti, si verifica una drastica riduzione dei livelli di estradiolo e progesterone che causa stanchezza, irritabilità, perdita di concentrazione e cambiamenti d’umore. A questo, poi, si aggiungono i fattori emotivi: quando si attraversa un periodo di forte stress psicofisico a causa di un bambino molto esigente o della mancanza di riposo può risultare davvero difficile affrontare e risolvere anche i piccoli problemi quotidiani.

Si comincia così a dubitare delle proprie capacità di prendersi cura del neonato e diventa più facile perdere il controllo della propria vita, specialmente se viene a mancare il sostegno del partner o di altre persone care. La somma di tutte queste concause può dunque portare alla depressione post-parto, con effetti che possono coinvolgere anche la relazione madre-figlio e il corretto sviluppo del bambino.

Come riconoscere i sintomi della depressione post-parto

Tutti noi in determinati momenti della vita abbiamo vissuto l’esperienza di una giornata storta, in cui ci sentiamo giù di corda, tristi, più irritabili del solito e magari anche un po’ depressi. Ebbene, anche le donne che vivono la depressione post-parto sperimentano gli stessi sintomi che, però, si prolungano nel tempo e possono determinare conseguenze più gravi se vengono trascurati.

Nello specifico, i campanelli d’allarme a cui prestare maggiore attenzione sono: irritabilità, crisi di pianto senza un motivo apparente, tristezza estrema, spossatezza fisica, mancanza di energia e ridotta capacità di concentrazione. In alcuni casi possono manifestarsi anche sintomatologie più debilitanti come mal di testa, disturbi del sonno (insonnia o difficoltà a rimanere svegli), inappetenza e polifagia.

È bene precisare, inoltre, che la depressione post-partum non chiama in causa solo la salute della neo mamma, ma anche il benessere del bambino: nei suoi confronti, una donna depressa tende a sentirsi inadeguata e manifestare ansia, preoccupazioni eccessive o totale disinteresse.

La mancanza di una corretta interazione madre-figlio può determinare nel neonato l’insorgenza di difficoltà emotive e cognitive nel corso del suo sviluppo, senza contare che in alcuni casi la DPP potrebbe addirittura indurre pensieri negativi ricorrenti che rischiano di sfociare in suicidio o, peggio, in infanticidio. La diagnosi si basa principalmente sulla valutazione clinica dei sintomi psicopatologici manifestati dalla madre durante il puerperio, tenendo presente che, in assenza di un trattamento adeguato, il disturbo depressivo può risolversi spontaneamente o evolvere in una forma cronica.

Prevenzione e terapia

Anche se al momento non esiste un metodo scientificamente provato per prevenire l’insorgenza della depressione post-parto, se in passato si è già sofferto di un disturbo depressivo o si hanno familiari stretti con problemi di salute mentale, è buona norma informare il proprio medico di base o il ginecologo prima di programmare la gravidanza, in modo da pianificare dei controlli periodici dopo il parto per tenere sotto controllo la situazione.

Prima di ricorrere a sedute di psicoterapia e farmaci antidepressivi, può essere d’aiuto parlare del proprio malessere con il partner o i familiari, magari prendendosi un periodo di riposo mentre loro si occupano del neonato. A tal proposito, sul sito https://piccoloeforte.it troverete informazioni utili e consigli pratici per gestire al meglio la crescita del bambino fin dalla nascita.

Qualora il supporto familiare non fosse sufficiente, si può curare la depressione post-parto attraverso una corretta consulenza e terapia. Sottoporre il problema all’attenzione di uno specialista (psichiatra, psicologo o altra figura professionale specializzata nel campo della salute mentale) è il primo passo per affrontare e risolvere il disturbo depressivo prima che sfoci in problematiche più gravi e spesso irreversibili. 

 

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