“GENERAZIONE CALCESTRUZZO”: POLEMICHE SOCIAL PER IL POSSIBILE IPERMERCATO NELLA PIANA DI PASTURO



PASTURO – È bastata una miccia per accendere l’intera Valsassina. Il possibile, anzi probabile, passaggio dell’area verde della piana di Pasturo ad area edificabile ha scatenato non poche polemiche sui social network, dove i valsassinesi si sono spaccati in due gruppi: quello preponderante che sostiene la Valsassina così come l’ha conosciuta, il suo ambiente e i piccoli commercianti e quello più ristretto che guarda invece a un turismo moderno e alla comodità di una grande struttura (centro commerciale?) senza doversi spostare a Lecco.

In mezzo ai tanti “basta cemento”, “osceno”, “ma perchè?” di chi rinnega fortemente ogni progetto che preveda colate di calcestruzzo, c’è chi argomenta maggiormente le sue tesi. È il caso di Sergio, che spiega: “Esercizi commerciali ne esistono già in valle; non sono queste le risorse che fanno del bene alla valle e a chi la frequenta. Una bella piscina (coperta e scoperta), campi tennis, piste atletica… ma questa è un’altra storia…”. Un occhio in più all’economia della faccenda lo dà Gina: “Fanno centri commerciali ma se non ci sono soldi da spenderci ci ritroveremo con cattedrali nel deserto“.

A farla da protagonisti nelle opinioni di chi storce il naso sono però i piccoli esercizi commerciali, che si ritroverebbero fortemente indeboliti se venisse costruito il tanto temuto “ipermercato”. Così Daniele: “Deve essere una scelta di buonsenso. Se gli abitanti della Valle ci tengono al loro territorio e alla salvaguardia delle piccole realtà locali dovrebbero ribellarsi. Un centro commerciale non è la Sagra delle Sagre”.

Dello stesso avviso Tullio: “Se tutti vanno al supermercato a comprare, i negozietti di paese chiuderanno, perchè non possono sopravvivere con la spesa della nonna Maria di 80 anni senza auto. In più senza negozi il turismo calerà. Già faticano a sopravvivere oggi i negozietti, figuriamoci dopo. Chi pensa che un supermercato in valle può creare nuovi posti di lavoro, non ha mai lavorato in proprio e non sa che senza clienti in negozio i soldi non entrano. Chi è un dipendente, i soldi a fine mese li incassa sempre. I paesi di montagna senza negozi sono destinati a spopolarsi. Se per prendere una mozzarella devo prendere l’auto, una volta lo faccio, due ok, poi cerco un paese “vivo” e non morto.

Per chiudere i commenti dei dissidenti, citiamo la riflessione di Michele: “Evidentemente il sogno represso di molti (sia tra i miopi politici che avvallano questa speculazione sia tra chi li sostiene) è di trasformare la Valsassina in un sobborgo di Milano o della Brianza. La costruzione del centro commerciale sarà l’ennesimo passo per spersonalizzare la valle, deturpandola e rendendola prona ad un turismo mordi e fuggi dove il “turista” sarà chi salirà nel fine settimana per fare acquisti (ovviamente in auto, con il caos che ne segue) ma dove in pochi resteranno perché… da altre parti è più bello, ci sono prati ed aria buona! Chi, nell’anno 2022, crede che il “futuro” ed il “progresso” della valle siano questi non solo ha sbagliato epoca, ma dimostra anche l’incapacità di immaginare e costruire il futuro dei propri figli”.

Dall’altro lato ecco invece chi guarda alla modernità, al “futuro” e alla comodità. “Io sono a favore se la costruzione mantiene lo stile montano. Significa che non scenderò più a Lecco, quindi inquinerò anche meno, ma farò la mia spesa al “centro commerciale” e il pane, i freschi, le brioches, la frutta e la carne continuerò a comprarla nei “miei” botteghini – spiega Michela -. Ragazzi, la Valle è una moria di attività e turismo perchè offriamo il niente!! È ora che qualcuno investa nel nostro territorio, altrimenti le piccole attività si troveranno comunque costrette a chiudere”.

Argomentazione pienamente sostenuta anche da Luca, che evidenzia il criticismo nei confronti delle novità: “No no no… sviluppo turistico no, a parte qualche iniziativa locale, varianti stradali no, centri commerciali no… hanno detto no pure ad un mega evento musicale che portava un sacco di gente… tutto no, sempre no, comunque no! Non voglio entrare nel merito di questa specifica iniziativa, voglio solo dire che spesso quelli che dicono “NO” sono poi gli stessi che si lamentano che in Valsassina non si faccia mai niente, ma che non hanno mai nessuna iniziativa da proporre. Ben vengano quelli che portano idee, alcune discutibili, altre lodevoli, ma sempre dire no… per favore… no!”

“Speriamo era ora che facessero qualcosa anche in valle. Spendete più di gasolio che di spesa a scendere a Lecco. Valsassina deve essere indipendente non è possibile che bisogna fare 20 km per andare a fare la spesa con prezzi decenti” è il pensiero di Matteo.

E c’è chi pensa anche più in grande come Linda (“Serve una bella piscina coperta con una bella palestra! E magari anche una spa”) e Luca (“Basta che aprano anche un McDonald’s“).

Insomma, far andare d’accordo tutti è una bella impresa. Forse, il commento più azzeccato in questo senso è quello che lascia una definizione dei tempi moderni. Né positiva, né negativa, semplicemente fattuale: “Generazione calcestruzzo“.

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