SVILUPPO MONTANO: IL FUTURO VERRA’ DALL’EUROPA



Il Master è organizzato dal Politecnico di Milano con il supporto di IREALP (Istituto di Ricerca per l’Ecologia e l’Economia Applicate alle Aree Alpine, ente strumentale dalla Regionale Lombardia) e dell’Istituto ADEU-Advocacy Europe di Bruxelles (specializzato nella formazione sulle istituzioni e politiche comunitarie).

Obiettivo principale di questo modulo è l’approfondimento sulle politiche dell’Unione Europea finalizzate allo sviluppo della montagna e l’acquisizione degli strumenti metodologici ed operativi richiesti agli esperti in progettazione di interventi e politiche di sviluppo finanziati dall’Unione Europea.

Come già sottolineato in articoli precedenti, già dalla fine degli anni novanta era emersa la consapevolezza che i progetti di sviluppo locale avessero bisogno della cooperazione tra attori eterogenei sia per natura (pubblici/privati), che per livello (istituzioni locali, regionali, ma anche a livello europeo).

Anche a livello di istituzioni europee si intuì che la definizione di politiche di sviluppo che avevano impatto locale dovesse coinvolgere gli attori locali e regionali, e tale consapevolezza portò all’istituzione nel 1992, con il trattato di Maastricht, del Comitato delle Regioni, un’assemblea consultiva deputata a rappresentare gli interessi degli enti territoriali, i cui membri sono titolari di un mandato elettorale regionale o locale. Un’ulteriore possibilità di rappresentare a livello europeo gli interessi locali fu data alle regioni italiane con la legge 52/96 che consentì alle singole regioni di aprire proprie delegazioni presso l’Unione Europea, in affiancamento alla rappresentanza nazionale, al fine di poter meglio rappresentare gli interessi regionali tramite azioni di lobbying.

Sebbene in Italia il termine lobbying abbia assunto una connotazione negativa, tale tipo di pratica è fondamentale per un corretto funzionamento del processo legislativo comunitario, in quanto stabilisce una comunicazione attiva e qualificata tra coloro che prendono le decisioni e coloro che ne sono destinatari e meglio conoscono il contesto in cui verranno applicate.

Finora l’attenzione dell’Unione Europea per le problematiche locali non ha tuttavia portato a politiche specifiche per le aree montane, sebbene strumenti indispensabili per favorire lo sviluppo della montagna si trovino sia all’interno della politica di coesione per lo sviluppo regionale, sia all’interno di altre politiche settoriali. Manca quindi una strategia comunitaria integrata a favore dei territori di montagna, sul modello di quelle adottate per le regioni marittime o le zone urbane.

La consapevolezza della necessità di una politica integrata di sviluppo sostenibile in grado di adattarsi alla realtà diversificata delle zone montuose sta tuttavia diffondendosi all’interno delle istituzioni europee, tanto che nel giugno del 2008 il Comitato delle Regioni ha emanato alla Commissione un Parere di Iniziativa nella quale si chiede di presentare delle proposte di politiche a favore dei massicci montuosi, e di attribuire le competenze relative alla montagna ad un unico Commissario il quale avrebbe anche il compito di coordinare le azioni di carattere trasversale.

L’azione di lobbying per sensibilizzare le istituzioni europee sugli interessi dei territori montani è svolta da due associazioni di diversa natura, l’AEM (Associazione Eletti della Montagna) ed EUROMONTANA (Associazione per lo sviluppo e la cooperazione delle aree montane). 

La prima è un’associazione di tipo politico in quanto costituita da autorità locali e regionali elette nei territori montani di dodici paesi europei, la quale elabora proposte di politiche per le zone montane e le promuove presso le istituzioni europee. La seconda è un’associazione multisettoriale costituita da 70 membri di 17 paesi, dei quali 10 italiani (istituzioni, associazioni, agenzie di sviluppo locale e istituti di ricerca, come IREALP). EUROMONTANA, tra le varie attività, promuove progetti comunitari sui vari settori di interesse per le aree montane e formula proposte tecniche a favore delle istituzioni comunitarie.

E’ anche grazie all’iniziativa di queste due associazioni che è stato recentemente creato al Parlamento Europeo un intergruppo dedicato ai territori specifici, ovvero l’intergruppo Montagne, isole e regioni a bassa densità abitativa, tra i cui promotori vi è l’eurodeputato valtellinese Fiorello Provera, che avrà il compito di portare all’interno del Parlamento Europeo le istanze di questi territori.

Un’accelerazione al riconoscimento degli interessi delle regioni montane potrà forse aprirsi nell’ambito dell’implementazione delle politica energetica che i singoli paesi dell’UE dovranno adottare per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra fissati nella strategia 20-20-20. Le montagne detengono infatti le principali fonti di energia pulita e si auspica che potranno essere coinvolte nella strategia della Commissione Europea in materia di energia, magari anche mediante politiche di compensazione per l’utilizzo delle loro fonti rinnovabili.

Questa occasione potrebbe costituire l’inizio del riconoscimento delle montagne europee come entità caratterizzate da proprie peculiarità e per le quali debbano essere definite politiche specifiche di sviluppo sostenibile.

Ing. Flavio Piolini

 

 

 

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