LA DOMENICA CULTURALE/Carlo, il Codega che divento’ Del Teglio



Nell’ultimo anno del conflitto partecipò come partigiano volontario alle operazioni in montagna. Dopo il ’45 riprese gli studi interrotti, e si diplomò Maestro Elementare. Nel 1952 cambiò il suo cognome da Codega a Del Teglio, facendo infuriare il padre, ma lui  sostenne che era invece un modo per saldare meglio le sue radici con la località dove sorgeva la casa paterna. Nel 1957 si laureò in Lettere Moderne a Milano, con una tesi su Paolo Rolli, poeta e librettista arcadico settecentesco. Insegnò italiano e storia nei licei di Lecco, dove si trasferì. Agli anni Cinquanta risalgono anche le sue prime pubblicazioni in versi, I Canti del mio Lago e L’ospite meraviglioso, che risentono degli influssi dei crepuscolari e dei decadenti Pascoli e D’Annunzio.

Negli anni Sessanta collaborò con diversi periodici e riviste nazionali, e pubblicò articoli nelle rubriche letterarie e culturali della Radio della Svizzera Italiana. Di quegli anni sono Concerto d’autunno e Sulle rive del tempo.

Tra le sue opere in prosa ricordiamo il racconto storico Il fabbro e la fortuna, pubblicato nel 1978. E’ la storia di un artigiano di Premana che, come tanti suoi compaesani del XVI secolo, va a lavorare come fabbro in un arsenale navale di Venezia, per combattere poi a Lepanto nel 1571, al seguito di un capitano spagnolo. L’autore, attraverso le vicende del giovane Marsio De Lisignoli, celebra le virtù morali e civili dell’intera comunità di Premana, di cui esalta anche “l’aspra lotta millenaria che ha forgiato il suo popolo, come le sue fucine forgiano un pezzo d’acciaio per farne lame splendide e taglienti”.

Negli anni ’70 Carlo Del Teglio collaborò col coro Nives, storico coro di voci maschili di Premana, scrivendo I testi di alcune canzoni: Montagna amara, L’attesa, Aria d’aprile, rinsaldano il legame tra il poeta e la sua terra d’origine.

Agli ultimi anni della sua vita risalgono Bosco d’inverno, Canti celtici, Il guerriero e l’eremita, Vita in provincia, in cui emergono il suo legame con la natura e il suo esistenzialismo.

Morì nel 1988. A lui è dedicato il Premio Nazionale di Poesia "Carlo Del Teglio”, fondato a Lecco nel 2002. “Era un uomo onesto, schivo, sincero, un nemico giurato dell’ipocrisia”, ebbe modo di dichiarare  Giuseppe Leone sul Mensile Lecco 2000.

Silvia Tenderini

 

 

 

 

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